La Famiglia Balbi

Politica

Van Dyck portrait of Gio PaoloGli anni fra il 1630 ed il 1640 furano molti critici per la famiglia Balbi a causa di problemi politici. A quel tempo Genova era sotto il controllo spagnolo, ma vi erano molti genovesi fra i quali vi era Gio Paolo Balbi che preferivano i francesi. Gio Paolo Balbi orhanizzò un piano per consegnare Genova ai francesi, ma fu scoperto dagli spagnoli e di conseguenza fu condannato per ribellione contro il Re. Agli inizi degli anni '30, fu fatto circolare in tutta Italia un manifesto che condannava Gio Paolo quale ricercato. Lo schizzo di Gio Paolo in esso contenuto sembra fosse preso dal suo ritratto che gli fece Van Dyck (a sinistra).

Il cugino di Gio Paolo, Francesco Maria Balbi, offrì del denaro alla Spagna per ottenere il perdono, ma senza avere successo. Secondo la tradizione, si suppone che egli assumesse un pittore, Simone De Bovis, per far sostituire la sua faccia a quella di Gio Paolo, affinché costui non potesse essere identificato troppo facilmente (a destra). Purtroppo, Gio Paolo fu scoperto lo stesso, e inviato in esilio in Sicilia per due anni. Suo cugino Stefano Balbi richiese che Gio Paolo potesse essere trasferito a Milano dove erano più prominenti la presenza e gli affari dei Balbi e Gio Paolo fu mandato a Milano. Nel 1636 richiese di andare in prigione per finire il suo periodo di esilio, ma la sua richiesta fu respinta. Nel 1639, dopo quattro anni di esilio, ritornò a Genova.

Nel 1647 un'altra sentenza fu aggiunta a causa dell'attività politica sopra descritta di Gio Paolo. Suo fratello Bartolomeo ed il cugino Stefano furono arrestati per aver tentato di aiutarlo. Anche sua sorella Francesca corse gravi rischi per essersi tenuta in contatto con lui. Questi fatti dimostrano l'alto grado di solidarietà della famiglia Balbi. Il destino di Gio Paolo divenne centro di grande preoccupazione per la famiglia Balbi. Essi affrontarono la crisi con forza e dignità ed anche se l'onore della famiglia era stato gravemente danneggiato, non lo abbandonarono. Egli fu in grado di mantenere stretti contatti con i familiari e col loro aiuto riuscì a sopravvivere. Egli visse a Venezia, Bergamo ed Amsterdam, sempre con le autorità alle calcagna.

Nel 1648 Gio Paolo tentò, senza successo, di garantire la sua sicurezza personale stabilendo una relazione, prima con i francesi e poi con gli spagnoli. Di conseguenza, l'Inquisizione Spagnola tentò ben sette volte di ucciderlo. Per qualche tempo Gio Paolo visse a Venezia, travestito da monaco. Un prete travestito da musicista riuscì a guadagnare la fiducia di Gio Paolo. Il prete divulgò le informazioni relative il nascondiglio di Gio Paolo includendo un disegno del palazzo dell'ambasciatore dove viveva Gio Paolo. Quando fu inviato un assassino a Venezia per ucciderlo, il prete non se la sentì di tradirlo e aiutò Gio Paolo a fuggire.

Le azioni di Gio Paolo costituirono una indicazione della nuova nobiltà del '600 che lottava contro i poteri stabiliti. Egli si considerò un vittima dell'oligarchia e dell'Inquisizione spagnola. Infine Gio Paolo divenne cittadino di Amsterdam. Nulla si conosce della sua morte.