Nel '600 i Balbi furono considerati una delle famiglie genovesi più prominenti di Genova e furono annoverati fra I ranghidi nobiltà a causa del loro successo negli affari e per le loro ricchezze. Il Liber Civitatis, un elenco della nobiltà genovese, includeva dieci componenti della famiglia Balbi.
La famiglia Balbi di Genova credeva di discendere da un antica famiglia nobile romana. Nel 1650 circa, costruì un albero genealogico che estendendosi fino al 1300 annoverava fra i suoi componenti un Console Romano ed altri ufficiali di alto livello dell'Impero Romano.
Durante il Rinascimento la nobiltà genovese puntava molto sull'importanza di contrarre matrimoni con persone dello stesso stato sociale. Negli anni tra il 1573 e il 1575 circa, i Balbi stabilirono uno stretto rapporto con Giacomo Durazzo, Doge (governatore) di Venezia. Due fratelli Balbi, Gio Francesco I e Pantaleone I sposarono due figlie di Giacomo Durazzo: Battina e Lucrezia. Questi matrimoni insieme ai grandi successi affaristici dei Balbi elevarono la famiglia al massimo strato sociale. Seguivano altri matrimoni con famiglie prominenti del periodo quali gli Spinola, i Lomellini, gli Invrea ed i Pallavicino.
Nel 1583 Gio Francesco Balbi I fu eletto senatore a Genova e poi all'ufficio di procuratore nel 1589. Gerolamo Balbi, patriarca di uno dei due rami della famiglia Balbi rimasti attivi, era anche egli Senatore.
Nel 1650 Francesco Maria Balbi acquistò il territorio feudale di una grande area geografica chiamata la Piovera nella zona di Alessandria. Quale risultato gli fu concesso il titolo di marchese. La proprietà includeva un castello, case, fattorie, vigne, prati, mulini e canali.