Verso la fine del XVI secolo, Stefano Balbi propose al governo genovese, la creazione di una nuova strada in quella che è ora considerata la parte vecchia di Genova. Egli offrì di accollarsi tutto l'impegno finanziario per la costruzione della strada e suggerì che la strada stessa venisse chiamata Via Balbi (a sinistra, veduta dalla Piazza dell'Acquaverde).
Infine, la proposta di aprire la strada dal giardino del Pallavicino fino alla Piazza del Vestado fu approvata. Questa direzione fu scelta perché meno devastante in quanto vi erano soltanto sette piccole case fra quei due luoghi. Nel marzo 1602, la commissione governativa propose nuove tasse sulle case ed una nuova valutazione degli appezzamenti e aprì delle discussioni con i proprietari delle sette case. Ci vollero tre anni per ottenere l'approvazione per la strada.
Nel 1605, Stefano firmò un accordo per l'acquisto delle sette case e la loro demolizione e il pagamento per la strada. In più, onde poter provvedere l'acqua ai nuovi palazzi fu necessario far allargare il sistema d'irrigazione. Stefano offrì il contributo necessario per pagare il nuovo sistema ed in cambio chiese che gli fosse dato l'incarico di supervisore della costruzione della strada.
Nel 1646, il Senato concesse l'approvazione e la licenza per pavimentare la strada. La costruzione di Via Balbi fu un progetto lungo, complesso e molto costoso che dovette anche affrontare due sospensioni dei lavori. Finalmente, la strada fu terminata nel 1655, dopo la morte di Stefano, e fu suo figlio, Giovan Battista che completò il progetto (a destra, vista dalla Piazza della Nunziata).
Oggi via Balbi fa parte della Genova antica, dove esiste ancora il palazzo della famiglia. Il palazzo ospita sia Palazzo Reale sia i locali dell'Università di Genova.
Via Balbi, viewed
from Piazza Dell' Acuqaverde
Via Balbi, viewed
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